ANELLO 057 di BRENTO SANICO
E' percorribile in un tempo di cinque ore e mezzo. Il primo tratto è coincidente con lo 059fino a prima del borgo di Montecchio dove si imbocca un sentiero sulla destra che, passando per alcuni castagneti, porta alla località Camporelle, dove si trova un vecchio seccatoio per castagne ancora attivo. Nei pressi di alcune case ormai disabitate, si imbocca una stradella sulla destra che porta a Pratalecchia. E' uno dei borghi più suggestivi del nostro appennino, anche se è quasi completamente disabitato (solo un edificio è in buone condizioni). E' attraversato da una strada principale, a sinistra della quale si trovavano gli edifici adibiti ad abitazione, mentre a destra le costruzioni destinate ad usi diciamo lavorativi, tra cui ben tre seccatoi, di diversa grandezza e dei quali uno ancora attivo, a sottolineare l’importanza della lavorazione dei marroni in questo sperduto angolo di monti. A inizio 900 contava 72 abitanti, ridotti a 16 nel 1951. Proseguendo lungo il percorso si arriva al cosiddetto Muro del Negus, costruito da un personaggio così chiamato perché aveva partecipato alla guerra d'Etiopia; si dice che un medico gli avesse prescritto di fare movimento e sudare e che lui in seguito a queste indicazioni abbia costruito questo grande muro costruito a secco, lungo trentatre di metri e alto due. Poco dopo questo muro, dopo aver percorso circa un chilometro da Pratalecchia, giungiamo alla sorgente, chiamata Fosso alla Fonte. Si continua il cammino fino all'incrocio con lo 057A. Nelle vicinanze i ruderi del Mulin Secco, antico mulino che si può identificare con quel mulino che nel 1373 insieme al castello del Caprile, alla chiesa e alle case di Brento, fu venduto dalla famiglia Ubaldini ai fiorentini per la somma di 2500 fiorini d'oro. Il mulino, che fungeva anche da gualchiera, a causa dell'esigua portata d'acqua del Rio Brentano, utilizzava, per far funzionare i suoi meccanismi, principalmente la forza di animali da lavoro. Qui si inizia una salita che ci porta a Brento Sanico. Il borgo citato fin dal 1145; a fine 800 aveva circa 100 abitanti, si spopolò progressivamente nel dopoguerra, rimanendo praticamente abbandonato. Oggi la meritoria opera di alcuni volontari cerca di farlo risorgere. Vi sorge una delle due chiese del firenzuolino che conservano caratteristiche romaniche. E' dedicata a San Biagio; all'interno, fino a un po' di anni fa, erano visibili alcuni affreschi quattro-cinquecenteschi ormai completamente deteriorati. Permangono le decorazioni eseguite probabilmente in occasione dei restauri otto novecenteschi; molto suggestiva è la falsa cupola di un bel colore azzurro con al centro una croce greca. Alcune colonne dipinte in bicromia dividono l’aula centrale da due piccole navatelle laterali. Da Brento si prosegue lungo il sentiero che passa sotto alcune imponenti cave di pietra serena; la strada, prima sterrata poi asfaltata, ci riporta al borgo di Montecchio e a San Piero Santerno. Da questo anello si diramano due varianti: lo 057A, dal Mulin Secco porta a San Pellegrino , passando per il Mulino di Brento, e lo 057B che da Brentosanico arriva a Brenzone.
L’Anello di Brento Sanico contrassegnato dal numero 057, è lungo circa 14, 8 chilometri, con un dislivello di 700 metri